È arrivato l’annuncio ufficiale: ancora un esonero con l’allenatore che paga a caro prezzo l’ultima sconfitta e il mancato obiettivo
A pagare è sempre l’allenatore. Possono cambiare latitudini, forza della rosa e obiettivi, ma il risultato la fa sempre da padrone e quando non arriva il colpevole è uno solo: l’allenatore. Lo ha visto da poco, ad esempio, Inzaghi con la Salernitana, mandato via per fare spazio a Liverani.
In Serie A quest’anno di esoneri ce ne sono stati ben sette, alcuni hanno riguardato anche le big con Napoli e Roma che hanno silurato Garcia e Mourinho per Mazzarri e De Rossi con risultati differenti. Ma non solo in Italia c’è il ‘vizio’ di mandare via l’allenatore quando le cose non vanno bene: è una tradizione che ormai si rispetta in ogni parte del mondo ed è per questo che l’ultima notizia su una panchina che salta non sorprende affatto.
È, infatti, la Corea del Sud ad aver sollevato dall’incarico Jurgen Klinsmann: arrivato un anno fa alla guida della Nazionale sudcoreana, l’ex attaccante tedesco ha pagato a caro prezzo la sorprendente eliminazione dalla Coppa d’Asia ad opera della meno quotata Giordania. Un’eliminazione arrivata in semifinale, quando ormai sembrava che la Corea del Sud fosse lanciata verso la finalissima contro il Qatar.
Non è andata così e quest’oggi la Federcalcio in conferenza stampa ha annunciato l’esonero di Klinsmann. Lo ha fatto con parole chiare pronunciate dal presidente della Kfa Chung Mong-gyu che ha affermato: “La Kfa ha deciso di cambiare allenatore dopo un’attenta valutazione. Klinsmann – le parole del numero uno del calcio sudcoreano – non ha dimostrato capacità gestionali e leadership che ci si aspetta dall’allenatore della nazionale in settori che vanno dalla tattica alla gestione del personale, all’atteggiamento lavorativo e in altre aree necessarie per rendere competitiva la squadra”
Una bocciatura in piena regola se Chung Mong-gyu aggiunge che la competitività di Klinsmann come allenatore non ha soddisfatto le aspettative. Queste le motivazioni che hanno portato la Federcalcio asiatica ad esonerare il commissario tecnico tedesco e a mettersi ora alla ricerca di un nuovo allenatore.
Da capire se sarà uno straniero, come successo già tre volte negli ultimi dieci anni con la sola parentesi di Tae-yong Shin tra il 2017 e il 2018 o si deciderà di affidare la panchina ad un allenatore sudcoreano, rispolverando una tradizione che prima del duemila era stata infranta soltanto una volta.
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