Il caso arbitri fa discutere e travolge la Serie A: dopo il servizio de Le Iene arriva la richiesta di sospensione del campionato
Non si placa la bufera arbitri che getta ulteriori ombre sulla Serie A. Il servizio de Le Iene, andato in onda ieri sera, ha rilanciato accuse che già accompagnavano praticamente ogni giornata del massimo campionato italiano.
La denuncia anonima dell’arbitro di Serie A arriva dopo le vibranti polemiche per quanto accaduto nella finale di Supercoppa italiana tra Inter e Napoli e precede di un paio di settimane un appuntamento fondamentale per l’esito del nostro campionato: lo scontro diretto tra i nerazzurri e la Juventus. Un big match al quale si spera si possa arrivare con una maggior serenità rispetto al clima di grandi discussioni che sta animando il calcio italiano.
Un clima ulteriormente incendiato dalle accuse rivolte dal direttore di gara durante il servizio del programma di Italia Uno, al quale Rocchi – il designatore arbitrale – ha risposto minimizzando e invitandolo a denunciare i fatti a sua conoscenza. Intanto però la miccia è stata accesa e rischia di far esplodere la Serie A e minare la credibilità (o quel che resta) del calcio italiano.
Proprio la bufera arbitri, infatti, è al centro della discussione ed è protagonista anche di una richiesta che avrebbe conseguenze devastanti: sospendere il campionato.
A chiederlo è l’avvocato Angelo Pisani attraverso un appello con il quale chiede anche il risarcimento per i tifosi: “Tutti, soprattutto gli spettatori delle partite di calcio, hanno diritto al risarcimento dei danni personali e patrimoniali, subiti per fatto colpa, omissioni e violazioni del sistema”.
Il legale chiede l’intervento della magistratura per tutelare i diritti di tutti e il rispetto delle regole, anche quelle relative al fair play finanziario. Ma soprattutto, Pisani invoca lo stop alla Serie A: “È ovvio che, visti gli errori arbitrali e gli scandali denunciati pubblicamente, anche il campionato deve essere sospeso“, anche in considerazione del fatto – spiega – “che il calcio rappresenta la terza se non la seconda azienda dello stadio”.
Un appello vigoroso, che difficilmente troverà attuazione: la Serie A andrà avanti, probabilmente (e purtroppo) ancora tra polemiche e infinite discussioni. Sperando che la denuncia dell’arbitro non trovi riscontro poi nei fatti e non si tramuti in nuove inchieste: perché in quel caso ci troveremo davanti all’ennesimo scandalo del calcio italiano che assesterebbe un ulteriore duro colpo alla credibilità (già minata) dell’intero movimento.
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