Serie A in lutto: è morto un giocatore molto amato e simbolo di diverse squadre del campionato italiano, che sollevò anche un trofeo europeo.
Il calcio italiano saluta un’altra delle sue leggende risalenti a un’epoca d’oro. Dopo l’addio ad Antonio Juliano, leggenda del Napoli da giocatore prima e da allenatore poi, un altro storico volto della Serie A è morto negli scorsi giorni. Grande cordoglio da parte dei sostenitori delle tante squadre in cui ha militato, sempre con enorme profitto. Nella sua bacheca personale figurano un titolo in Italia e uno internazionale, oltre a un premio come capocannoniere.
Stava per compiere 86 anni, Luigi Milan, quando è scomparso lo scorso 8 dicembre, due giorni prima del suo compleanno. Nato a Mirano, vicino a Venezia, nel 1937, è stato una brillante mezzala negli anni Cinquanta e Sessanta, e un poi un discreto allenatore una volta appesi gli scarpini al chiodo. Mosse i primi passi all’inizio degli anni Cinquanta nell’Italo Sport Venezia, per poi esordire con i lagunari nel 1956, in Serie B.
Tre stagioni dopo, si trasferì all’Udinese in Serie A, dove visse una grande stagione da 10 reti complessive, che gli valse l’interessamento della Fiorentina. Alla maglia viola, Luigi Milan legò i maggiori successi della sua carriera, vincendo nella stagione 1960/61 la Coppa Italia (da capocannoniere del torneo) e la Coppa delle Coppe. Nell’anno successiva, i toscani centrarono un ottimo terzo posto in Serie A, raggiungendo ancora la finale della Coppa delle Coppe, cadendo però contro l’Atletico Madrid.
Addio a Luigi Milan, una bandiera della Serie A
In seguito, la mezzala veneziana trascorse una buona stagione, sempre nella massima serie, con la maglia del Catania, prima di passare all’Atalanta. Il club bergamasco è quello in cui ha passato più tempo, vestendone la maglia fino al 1969, giocando sempre in Serie A. Infine, Luigi Milan tornò in Veneto prima di ritirarsi, giocando le sue ultime stagioni in Serie D prima con il Pontedera e poi con il Rovigo, fino al 1972.
Dopo l’addio al calcio, fu anche un discreto allenatore, anche se nelle serie inferiori italiane. Guidò infatti l’Olbia, il Prato, la Massese, il Città di Castello, la Cerretese, il Potenza e, infine, la Rondinella, prima di lasciare del tutto il mondo del pallone nel 1990. Nella sua lunga carriera ha vestito le maglie di diversi club, ma è indubbio che siano state Fiorentina e Atalanta le squadre in cui Milan ha lasciato il ricordo migliore.