Arrivano brutte notizie per chi ha tentato di aggirare le norme sulla trasmissione delle partite: la Lega agisce contro i due ‘furbetti’
La pirateria calcistica è una piaga diffusa non solo in Italia, ma anche nel resto d’Europa. Di sicuro il nostro Paese è uno dei più impegnati a limitare al minimo questa pratica che permette la visione gratuita e illegale di contenuti sportivi.
Esistono infatti nel sottobosco della rete decine, anzi centinaia, di siti streaming illegali che sfruttano canali legalmente proprietari dei diritti televisivi per trasmettere partite in chiaro. Si crea così un circolo vizioso molto ostico da affrontare se si considera internet come un ambiente dinamico e mutevole.
Di questo è a conoscenza la Lega Serie A, che da anni lotta contro la pirateria digitale in ambito sportivo in quanto “il calcio è un business che si fonda sul consumatore finale che vede la partita“, ha detto l’amministratore delegato di Lega Serie A Luigi De Siervo ospite ai ‘Football Summit Awards’. “Se non riduciamo la pirateria, il nostro calcio diventerà più povero’, ha continuato il dirigente di Via Rosellini.
Ma il problema, essendo considerato tale anche nel resto d’Europa, si sta affrontando di petto tramite provvedimenti anche piuttosto amari. L’ultimo esempio in tal senso arriva dalla Spagna: la Liga ha ottenuto la sua rivincita contro due utenti accusati di pirateria informatica a sfondo calcistico.
Liga, condannate due persone per pirateria
Due provvedimenti che potrebbero presto fare giurisprudenza arrivano dalla Spagna, uno dei paesi europei più attivi in questa lotta. Sono in stato di fermo due persone accusate di aver violato la proprietà intellettuale dei diritti di trasmissione delle partite del massimo campionato spagnolo, un reato che viene punito nella maggior parte dei casi con sei mesi di reclusione più eventuali risarcimenti in denaro.
La doppia condanna riapre il problema dello streaming illegale in Spagna, ma “sottolinea la lotta che la Liga ha portato avanti negli ultimi anni contro questa piaga“, si legge nella nota pubblicata dal massimo campionato iberico.
Le due persone accusate provenivano dalle città di Gandia (Comunità Autonoma Valenciana) e Logroño. La prima è stata condannata a sei mesi di reclusione e a risarcire la Liga con 75mila euro di multa; la seconda invece è stata condannata dal tribunale sempre a sei mesi di carcere per aver fornito servizi IPTV (sistema di trasmissione di segnali tv tramite protocolli TCP/IP) attraverso siti illegali.